Fratelli in copertina

Post auto celebrativo che scrivo ridendo, ve lo dico.
Questo perché, malgrado mi renda conto che 11 anni di rievocazione e di studi e ricostruzioni abbiano diritto di ottenere riconoscimento pubblico, mi sembra molto strano quello che è successo nell’ultimo mese.
Ma andiamo con ordine inverso.
Il primo fine settimana di maggio siamo andati a Bardi per fare le foto con Balossini (e ve ne avevo anche già parlato con tanto di pubblicazione di foto e post emotivo sul gruppo) e la vera motivazione era aiutarlo per fare un servizio fotografico ad uso e consumo di Focus: di certo per la copertina e poi chissà.
Abbiamo fatto e rifatto le stesse inquadrature con diversi di noi (tutti i ragazzi ovvio, perché quando si parla di crociate, templari e compagnia cantante il mondo era solo maschile. Vabbè la polemica la posticipo a data da destinarsi), divertendoci malgrado la fatica, perché tutto è stato molto leggero e c’era anche molto spazio per fare battute e prenderci in giro. Alla fine della sessione fotografica ci siamo lasciati con il dubbio e con la scommessa che chi sarebbe andato a finire in copertina o pagava da bere a tutti oppure gli si offriva da bere ma lo si prendeva in giro per un anno (che poi un anno per noi è sempre una presa in giro bonaria per mille anni!).
Ieri finalmente il responso!
And the winner is…mio fratello! Il Maresciallo del gruppo.
http://www.focus.it/edicola/focus-storia/81_70891_C42.aspx
Grande, grosso e cattivo, con lo sguardo penetrante e che sembra dire “Attento che arrivo!”.
Come al solito viene bene in foto e vestito da templare rende benissimo. Negli archivi Mansio ho un sacco di foto sue fatte dai fotografi più disparati e viene sempre bene.
Mentre io ho sempre facce assurde ed espressioni da cartone animato (ma perché poi?) lui è sempre bello e affascinante. Uffa che noia!
Che volete farci lui è fotogenico e io molto di meno, ma molto di meno.
Comunque vi consiglio di andare in edicola e prendere Focus perché la foto merita davvero (gli articoli non so perché non li ho ancora letti, ma sembrano mediamente normali per una rivista non per specialisti) e dentro c’è un’altra foto di mio fratello.
Ora però tocca a me e malgrado la notizia sia uscita prima della rivista, il libro uscirà a luglio.
Grazie all’amicizia con Enzo Valentini ho “permesso” (mi fa piacere lo ammetto) che usasse una foto di Balossini (sempre lui!) fattami a Mantova l’anno scorso, per la copertina di un libro sugli abiti medievali.
http://www.penneepapiri.it/home.html
Sono perfezionista e ipercritica su di me, ma quando ho visto questa foto me ne sono innamorata.
Sinceramente avrei preferito che io fossi meno in prima piano (scusa Enzo, ma capiscimi) perché si vedeva di meno il broncio mentre ricamo e litigo con il filo e perché si vedeva di più la tenda, ma se l’editore ha scelto così mi inchino alle sue scelte.
Con il senno di poi avrei messo l’abito in altra maniera perché non si vede che ci sono le maniche aperte come è riprodotto nella Bibbia Maciejowski, ma va bene lo stesso.
Ora non vedo l’ora di averlo fra le mani per poter ridere come una scema come faccio ogni volta che vedo questa foto.
Ritornando seri sia io che mio fratello abbiamo riconosciuto, fra le risa e il piacere di essere in copertina, che senza il lavoro di gruppo con la Mansio Templi Parmensis non saremmo qua e che con tutti loro va condiviso l’orgoglio e la gioia di questi piccoli risultati. Grazie ragazzi perché tutta la fatica fatta insieme sta dando buoni frutti per tutti, perché dietro a un abito, una tenda, una ricostruzione ci siamo tutti, con le proprie capacità personali, fra sbuffi e condivisioni.

Scarsella con pavone

Gestendo la pagina facebook di questo blog e il blog stesso mi sono resa conto che devo essere più coordinata. Facebook è un mezzo molto più immediato e sinceramente necessita di pochissimo scritto, ma molte immagini; tutto il contrario è il blog il quale è un diario e quindi ha una comunicazione prettamente verbale e non fotografica. Però…però…qui si perdono i pezzi e gli avanzamenti.
Difatti se sono arrivata a ricamare una balena duecentesca è perché prima c’è stato un pavone che si è trasformato in borsa da donna medievale.
Premetto che non ho fatto la riproduzione di un reperto, ma che ho fatto un po’ di fantasia, ma quello che mi interessava era capire come lavorare in piccolo e in complessità e come trasformare il tutto in un oggetto utile per la rievocazione.
Ho scelto un pavone di origine anglosassone, anche se tirato giù da un libro di ricami di ispirazione irlandese. Premetto che non amo chiamare celtico quello che è alto medievale irlandese perché a mio modesto parere è come se chiamassero me latina romana: anche se ci sono tante cose in comune, di acqua ne è passata sotto i ponti e soprattutto ne è passata di filosofia, visione sociale e religione. Non amo nemmeno parlare di medioevo come un ammasso indistinto di mille anni di storia e di geografia; non amo nemmeno parlare di storia romana confondendo epoca monarchica, repubblica, impero e tardo impero. Questi mischioni li lascio a chi non vuole approfondire e non vuole nemmeno capire.
Perché ho scelto il pavone? Col senno di poi non avrei dovuto, ma mi piaceva e mi piaceva la sfida di doverlo ben colorare e non renderlo monocolore. Riguardando il libro di Pastouerau mi rendo conto della differenza stilistica enorme (il mio forse è un po’ troppo una revisione moderna), ma soprattutto il suo significato.
Procediamo con ordine.
foto riassuntiva del lavoro
dalla scelta dei colori e delle matassine, al procedimento del ricamo, qualche dettaglio dei punti.
La cosa difficile è stato il continuo cambio di colore e addirittura con un colore dovevo fare un piccolissimo pezzo, ma almeno mi è servito come scuola di ricamo e di pazienza.
Ma torniamo al nostro pavone e al suo significato, tenendo come riferimento sempre “Bestiari Medievali” di M.Pastoureau.
I medievali riconoscono al volatile bellezza estetica, ma sono orripilati dal suo verso e dal suo modo di fare e per questo motivo lo paragonano all’uomo orgoglioso che gira a testa alta, ma che “si riempie di vergogna quando si accorga che cammina nel fango dei suoi peccati”.
Anche questi animali sono considerati poco proliferi per colpa del maschio che troppo vanesio non attrae le femmine e poi troppo egocentrico le disturbano durante la cova, rompendo le uova.
Viene portato anche nelle mense, ma più come ornamento che come cibo, perché si ritiene la sua carne dura e puzzolente.
Per ora poco da dire sull’animale, ma sul ricamo dico che sono soddisfatta di me, ma che avrei potuto fare questo tipo di pavone tratto dal manoscritto ms Ashmole 1511 nel foglio 72, che potete vedere in questa pagina.

manichini uomo donna medievali
presso il mercato dell’ 8 dicembre 2012 in via XXII luglio, Parma
dove la Mansio Templi Parmensis ha allestito un angolo di didattico sul medioevo.