L’opera di Vitale da Bologna in originale a destra e in riproduzione tattile al centro. |
http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Petronio |
L’opera di Vitale da Bologna in originale a destra e in riproduzione tattile al centro. |
http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Petronio |
Vedere che le bambine, quelle stesse bambine che nella loro vita giocano cantano urlano e si fanno belle come le loro compagne, rimangono affascinate dal ricamo (e proprio da me, a cui non mi sarei mai data così credito) e vogliono imparare, capire, vedere, provare anche se hanno paura dell’ago.
Telaio tondo piccolo, non filologico, ma utilissimo per poter far capire meglio alle bambine come si lavora. |
La giornata è stata fisicamente stancante, ma emotivamente e mentalmente stimolante.
Ringrazio tutto il mio gruppo che dopo tanti anni di convivenza ragiona come un sol corpo in cui ognuno di noi è un elemento: funzioniamo insieme, ragioniamo nella stessa direzione, ma ognuno sa cosa deve fare. Abbiamo fatto un ottimo lavoro che è solo la prima pietra, speriamo. Grazie.
Ringrazio tutti gli altri rievocatori, gli Amici che la Storia ha unito, per aver appoggiato il nostro progetto e per averci partecipato con entusiasmo e attenzione.
Grazie al castello con il suo fantasma silente, con la cooperativa Parmigianino e con il comune e i vigili per i permessi (autorizzazioni, permessi transito, palestra) per averci permesso di realizzare un piccolo sogno.
E in fine un grazie ai fotografi Marco Elli, Luca Verzeroli, Roberto Fusconi e Monia Boscolo a cui abbiamo chiesto l’immane compito di documentare tutto quello che facevamo, di vederlo attraverso i loro occhi e di poterlo raccontare a voi anche con le immagini.
http://www.focus.it/edicola/focus-storia/81_70891_C42.aspx |
http://www.penneepapiri.it/home.html |
Due cavalieri templari e il cappellano del Tempio |
Sergenti templari in pausa |
Templari e Turcopoli che decidono la miglior strategia di battaglia |
Turcopoli che difendono il castello dei franchi |
taverna |
angolo femminile e giovane ragazzo annoiato |
infermeria del castello franco: il cappellano controlla il ferito e le donne, fra cui una suora, si danno da fare per curarlo. |
Sono anni che ci pensiamo, o meglio che alcuni di noi insieme al maestro Marco Melli ci pensa e sogna e valuta e pensa. Alla fine bisogna saltare il fosso e buttarsi. E noi ci siamo buttati.
Premetto che nessuno di noi si reputa un maestro, tanto meno un insegnante; solo Marco Melli può fregiarsi il titolo essendo un vero maestro di scherma del club scherma “La Farnesiana” e ha una pazienza infinita nel voler ragionare con noi di scherma medievale, di scontro credibile in rievocazione, di gesto atletico e non scenografico. Sono anni che pochi arditi si allenano tutte le settimane con lui da settembre a maggio (poi c’è il periodo intenso rievocativo e il caldo estivo, quindi pausa), in armatura per 1 ora e mezza. Arditi e veterani oramai.
Anni a passare a vedere i filmati della scuola di Digione, dove si fa un fine settimana all’insegna di teoria e pratica schermistica medievale, con insegnanti di arti marziali e di scherma, alla fine ha portato a fare il salto.
Premetto prima di eventuali fraintendimenti: lo stage non è un modo per dimostrare agli altri “quanto siamo bravi! Quanto siamo belli”, no! Serve al gruppo della Mansio di trovarsi un giorno utile, la domenica, per fare un po’ di esercizio insieme, ma soprattutto serve al confronto con gli altri rievocatori, anche di altre epoche, per capire, valutare, imparare, provare e sperimentare.
A mio parere non esiste una sola scuola di scherma che ha la Verità in tasca e si possa permettere di dire “si fa così”, ma come tutti gli altri aspetti della ricostruzione, ci sono interpretazioni e sperimentazioni continue.
Detto questo la cronaca della giornata è spiccia.
Ritrovo nella palestra Negri a Parma ore 9,30 circa, mentre la pioggia pian pianino si trasformava in neve; ore 10 inizio con il riscaldamento muscolare sotto la guida del Maresciallo (al secolo Claudio Casti, nonché mio fratello); poi divisione dei presenti fra esperti e novizi e via andare con l’allenamento fino alle 17. Bhe ovvio abbiamo fatto una lunghetta pausa pranzo, però niente stravizi e niente svaccamenti.
Metto sulla bacheca dei miei piccoli risultati il fatto che sta volta a me e a Giovanni sono stati affidati i novizi. Per la prima volta mi viene riconosciuta l’esperienza e anche un minimo di maturità per poter passare i primi rudimenti. Ovvio non mi sento nessuno, anzi ho tanto da imparare, tanto da sperimentare, ma sono fiera di me e questo è un bene per l’autostima.
Gli esperti invece sono stati seguiti dal Maresciallo, il quale ha insegnato tutte le mosse e contromosse che il maestro ci insegna ogni lunedì, ai veterani presenti.
E così la mattinata è volata via coi fondamentali, mentre al pomeriggio mentre si aggiungevano pezzi per la coordinazione e attenzione per i novizi, gli esperti si sono dedicati al combattimento: duelli a tempo.
Tre minuti senza interruzione da parte dell’arbitro, ma senza vincitori questa volta, l’importante era imparare a gestire il tempo e soprattutto le forze. L’esercizio ha dimostrato quanto l’adrenalina ottenebri il cervello facendo sfiancare quasi tutti i combattenti in preda all’euforia. Siccome i combattimenti sono stati in due tornate, alla seconda sono stati tutti un po’ più accorti e tranquilli.
Primo giro:
Nicola vs Folco
Rolando vs Saetta
Maresciallo vs Donner
Gli esperti dopo il primo giro di combattimenti a tempo sono bellamente distrutti. Per affetto nei loro confronti non metto altre foto della loro difficoltà di ripresa.
Secondo giro:
1 aprile 1994: nasceva da un gruppo di amici appassionati di storia e di storia templare un qualcosa che avrebbe fatto strada.
La Mansio Templi Parmensis è maggiorenne.
Mamma mia!
Che emozione!
Di quei 18 anni 10 li ho trascorsi anche io.
Ricordo benissimo la prima uscita vestita, in modo approssimativo, da sergente con i sandali tecnici nel giardino dell’abazia di Chiaravalle ad Alseno. Mamma mia quanto tempo è cambiato!
Quanto siamo cresciuti, appassionandoci sempre più del concetto della rievocazione!
Quanti libri letti!
Quanti dipinti osservati!
Quante chiacchierate e discussioni su un dettaglio piuttosto che su un altro!
Quanti chilometri macinati soprattutto!
Dalla Francia alla Puglia, dal Friuli al Lazio, insomma sarebbero veramente troppi da calcolare.
Ma la cosa più bella sono le persone che abbiamo conosciuto, gli amici che abbiamo incontrato: quelli che ci hanno lasciato per altri cammini e quelli che camminano con noi anche adesso, quelli che ritornano e quelli che è sempre bello rivedere.
E’ stupido dire che le cose siano andate tutte bene e sempre: ci sono stati scontri, litigate, incomprensioni. Normale, un gruppo di rievocazione alla fine è una piccola società o in certi casi una piccola famiglia, ma alla fine si è sempre lottato perché le cose si appianassero e si potesse collaborare insieme. Poi se non si è amicici con tutti, non è un problema, basta imparare il rispetto e capire quando fermarsi.
1 aprile 2012.
I nostri 18 anni li abbiamo festeggiati in Francia, in uscita a Biot. E’ stato bello poter condividere questa emozione coi nostri fratelli, i Grifoni Rantolanti, i nostri confratelli, i Blancs Manteaux , ma anche coi gli altri rievocatori dai templari tedeschi (che quest’anno si sono un po’ smollati e un po’ sorridono, anche se solo in 2 parlano. Però io li ho baciati tutti quando li abbiamo salutati! AHAHAHAHAH! Li ho sconvolti! Così imparano a salutarmi solo dopo che mi hanno visto in armi e non quando sono vestita da femmina!), ai Les Loups de Ravel (con cui ci picchiamo da qualche anno da Biot a la Barben. Bravissimi, onesti, simpatici). E tanti altri.
Cosa rimane a me di tutti questi anni?
Che senza patema di passar per emotiva sono stati i migliori 10 anni della mia vita.
Mi hanno cambiata molto, imparando a cavarmela anche nelle situazioni disagevoli (dormire nei peggiori posti, con climi assurdi, lavandosi a volte poco e male); ho imparato tante cose; ho scoperto dove posso arrivare e quando devo fermarmi, sapendo che posso spostare il limite un po’ più in là; ho conosciuto amici e ho acquisito due sorelle; ho riso, pianto, gridato, mi sono incavolata, ho respirato per reprimere dolori; ho avuto mani tese e le ho tese a mia volta; ho visto posti che non conoscevo; ho scoperto che quello che amo, la Storia, non potrò mai abbandonarla e che se non sono riuscita a entrare da una porta, entrerò da un portone; ho capito che devo camminare per la mia strada e non devo farmi demoralizzare dagli altri; ho capito che la rievocazione è la cosa migliore che potessi fare. E questo è tutto. O forse no.
Perché da queste lettere nere su bianco non riesco a far capire quanto questi 10 anni siano stati davvero importanti per me e che se dovessi tornare indietro rifarei quasi tutto quello che ho fatto. Il quasi sarebbe solo per poter rimediare agli errori fatti e alle offese che posso aver arrecato agli altri. Il tutto sono tutte le emozioni che porterò sempre dentro al cuore.
Buon compleanno Mansio Templi Parmensis!
Non nobis fratelli! Non nobis sorelle!
NON NOBIS DOMINE!